La valutazione ortottica (dal greco orthos = dritto, regolare, e optiché = visione,
l’atto di vedere) permette di studiare il parallelismo degli occhi.
Nella valutazione ortottica si analizzano:
-
la motilità, l’allineamento oculare e la convergenza, al fine
di individuare l’eventuale presenza di strabismi;
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lo stato sensoriale e la stereopsi (capacità di percepire la
profondità e di vedere tridimensionalmente);
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l’eventuale posizione anomala del capo (torcicollo oculare), che può manifestarsi come
meccanismo di compenso per evitare la visione doppia o per mantenere il parallelismo oculare;
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l’acuità visiva in ciascun occhio e l’eventuale presenza di occhio pigro
(ambliopia).
In età pediatrica, l’esame ortottico ha lo scopo di:
-
identificare precocemente la presenza di strabismi o di condizioni
particolari che possono portare ad
ambliopia (occhio pigro);
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valutare l’eventuale presenza di deficit di convergenza;
-
studiare i movimenti oculari da un punto di vista qualitativo al fine di migliorare e allenare
la abilità visive (DSA - Disturbi Specifici dell'Apprendimento)
La valutazione ortottica nell’adulto, oltre a esaminare il quadro motorio e sensoriale oculare per
la diagnosi degli strabismi congeniti o acquisiti, è utile quando sono presenti:
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disturbi legati all’affaticamento visivo (astenopia) a volte causati da uno sforzo maggiore
nel mantenere un corretto allineamento oculare per periodi prolungati;
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diplopia (visione doppia) che può comparire in caso di strabismo acquisito o di strabismo preesistente che si scompensa nel tempo.
La valutazione ortottica, insieme alla visita oculistica, consente un
inquadramento completo per una diagnosi precisa e un’appropriata scelta terapeutica.